Talalgia plantare
Rappresenta la causa più comune di dolore
al tallone.
Anche chiamata sindrome della spina calcaneare, è costituita
dalla comparsa di un un dolore sotto al tallone in una zona ben
precisa localizzata nella porzione postero interna dell'apofisi
posteriore del calcagno, insieme alla presenza di uno sperone osseo
visibile all'esame radiografico.
Tale punto corrisponde all'inserzione della banda centrale della
fascia plantare e del tendine del muscolo adduttore dell'alluce
sulla tuberosità plantare interna del calcagno.
Si tratta quindi di una fascite
plantare inserzionale
Cause
La trazione eccessiva come nel caso di un piede iperpronato o cavo
o microtraumi ripetuti legati all'uso di calzature rigide come quelle
antinfortunistiche, creano un' infiammazione dell'aponeurosi plantare
a livello della sua inserzione calcaneare con relativa iperemia
dell'osso.
Successivamente depositi di calcio si stratificano sul tessuto
di granulazione prodotto dalla reazione infiammatoria, formando
in tal modo il caratteristico sperone osseo, che pertanto è la
conseguenza e non la causa di tale processo patologico.
Sintomatologia
Si tratta di un dolore acuto ad insorgenza subdola comparso a volte
in coincidenza di un prolungato periodo in stazione eretta o dell'uso
di calzature particolari, il
dolore sotto al tallone, avvertito in particolare la mattina
appena si inizia a poggiare il piede in terra che migliora durante
la giornata.
Il dolore è presente solo sotto carico e scompare a riposo.
Il paziente deambula con zoppia tentando di evitare l'appoggio sulla
porzione interna del tallone.
Non vi sono altri segni clinici come tumefazione e arrossamento
cutaneo .
La sede di tale dolore è selettiva, corrispondente al tubercolo
plantare interno del calcagno.
Compare spontaneamente in pazienti piu spesso di sesso maschile
nella quinta e sesta decade di età, mentre quando interessa
soggetti piu giovani è di solito legata a ipersollecitazioni
meccaniche di tipo lavorativo o sportivo.
Solitamente la talalgia persiste
e si aggrava con il tempo, giungendo raramente a remissione spontanea
e comunque mai prima di sette mesi dalla comparsa della sintomatologia.
Vi è relazione tra l'entita del dolore e la presenza dello sperone
calcaneare.
Questo contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è di solito
presente nella fase di formazione iniziale della spina, coincidente
alla fase di infiammazione acuta della aponeurosi plantare , e scompare
alla formazione completa di essa.
Diagnosi
è basata sulla storia clinica e sull'esame obiettivo.
La precisa localizzazione del dolore in corrispondenza del tubercolo
calcaneare mediale evocato dalla digitopressione profonda di tale
punto, senza altre localizzazioni dolorose, ne dalla compressione
del calcagno in direzione mediale- laterale, o dell'apofisi posteriore
depongono per tale patologia.
L'esame radiografico standard, può evidenziare la presenza
di uno sperone plantare, ed esclude altre condizioni morbose come
fratture, neoplasie, o affezioni reumatiche.
Trattamento conservativo
Solitamente risolve il 90% dei casi.
Il Trattamento iniziale di solito scarsamente efficace e intrapreso
direttamente dal paziente consiste nell'assunzione di comuni antinfiammatori
e nell'uso di talloniere in gel viscoelastico.
Segue per frequenza il ricorso a fisioterapia specifica come le
onde d'urto, l'ipertermia o la laserterapia.
Solitamente prendiamo in cura casi resistenti alle cure sopraindicate,
e intraprendiamo una terapia medica a base di galenici contenenti
condroprotettori (condoitinsolfato), e metilsulfonilmetano, insieme
ad un ciclo di 4 infiltrazioni con acido ialuronico iniettato previa
anestesia per renderlo indolore, nel punto di inserzione della aponeurosi
sul calcagno.
Associamo un programma di esercizi di allungamento della fascia
plantare ottenendo la remissione quasi completa della sintomatologia
15 giorni dopo l'ultima infiltrazione.
L'efficacia di tale trattamento ci convince della componente infiammatoria
ed iperemica della cartilagine inserzionale piu che quella tendinea
nella genesi della talalgia. è inoltre fondamentale individuare
eventuali squilibri posturali del piede in iperpronazione o accentuazioni
dell'arco plantare che devono essere corretti mediante l'uso di
plantari ben progettati
Trattamento chirurgico Nei casi ribelli alla terapia conservativa
e persistenti da oltre sette mesi è indicato il trattamento chirurgico.
Grazie alla tecnologia abbiamo a disposizione una nuova tecnica
miniinvasiva chiamata coblazione mediante radiofrequenze.
Attraverso un piccolo foro transcutaneo, applichiamo un terminale
generatore di radiofrequenze (topaz) direttamente sulla fascia infiammata,
effettuando qualche perforazione della fascia stessa a livello
della sua inserzione calcaneare.
L'applicazione del terminale nel tessuto provoca l' escissione
del tessuto degenerato e stimola la formazione di nuovi vasi sanguigni
(angiogenesi), favorendo la rigenerazione di tessuto connettivo
sano.
Tale metodica non comporta la disinserzione della fascia plantare
dal calcagno lasciando immodificata la sua funzione statica e dinamica
fondamentale per il passo e la corsa.
è eseguita ambulatoriamente, in anestesia locale e non comporta
immobilità post- operatoria se non per qualche giorno successivo
alla procedura.
L'asportazione della "spina" è assolutamente controindicata,
perchè questo comporterebbe la disinsersione di tutta la fascia
plantare dal calcagno con conseguente crollo della volta..
La pratica di tale condotta chirurgica infatti è stata responsabile
di molti insuccessi e dell'attuale sfiducia nella risoluzione chirurgica
di tale problema.
In determinati casi comunque qualora la tensione della fascia sia
eccessiva si dovrà associare alla coblazione con radiofrequenze
la fasciotomia selettiva, disinserendo solo un quarto della inserzione
calcaneare.
Personalmente eseguiamo la disinserzione per via percutanea, sotto
guida scopica per individuare con precisione la zona interessata,
sempre in regime ambulatoriale e previa anestesia locale.
Individuato il punto disinseriamo parzialmente la fascia, e cruentiamo
mediante strumentario percutaneo con una piccola fresa la zona infiammata.
Segue un bendaggio imbottito per una settimana, con carico protetto
da stampelle per qualche giorno.
Dopo due settimane si giunge a guarigione con completa scomparsa
del dolore.
Talalgia plantare
- Talalgia posteriore
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